PCm Italy sends
La revolte des banlieus a Paris 2005-2010
L'intervention du Pcm Italie au meeting du 29-30 maiest encore la seul
analisis juste et correct � la base de l'action des communistes
revolutionaraire
texte en italien
Perch� il meeting. Noi non abbiamo voluto realizzare una conferenza
internazionale dei partiti maoisti in Europa, essa non � ancora matura.
Richiede che dei partiti nascano e, dove sono nati o sono nella fase
iniziale della loro nascita, si sviluppino in forza ideologica, politica e
organizzativa, in capacit� di attrazione.
Fare, quindi, ora una conferenza di partiti, oltre che immaturo era un
boomerang. N� il problema era risolvibile organizzandola con i partiti
facenti parte del MRI e del movimento comunista internazionale appartenenti
ai paesi oppressi dall'imperialismo. Quand'anche essi si trovino oggi a
guidare delle guerre popolari e a svolgere una grande funzione di faro
ideologico e strategico del nostro movimento, quello che per� serviva e
serve � una riflessione alla luce degli sviluppi della lotta di classe e in
particolare dei grandi avvenimenti di Francia - dalla rivolta delle banlieue
al grande movimento degli studenti - che vedesse impegnati i partiti e le
organizzazioni comuniste, maoisti operanti in Europa e pi� in generale nei
paesi imperialisti e che se ne assumano la responsabilit�.
Di qui la decisione di convocare, attraverso le riviste maoiste italiane e
francesi, un meeting a cui invitare le forze maoiste e autenticamente
rivoluzionarie di organismi che esse influenzano e dirigono, le avanguardie
proletarie e di lotta che guardano ai maoisti e con essi si vogliono
confrontare.
Qual � stata la nostra attivit� di preparazione del meeting? Mao dice:
" .. .chiunque voglia conoscere una cosa non ha altra strada che venire a
contatto con essa, ossia agire nel suo ambiente ...
. il metodo fondamentale di lavoro che ogni comunista deve tener presente �
determinare l'orientamento da seguire sulla base delle condizioni reali ...
. Lenin dice che l'analisi concreta delle condizioni concrete � la sostanza
stessa, l'anima vivente del marxismo...
... ricercare la verit� nei fatti. I "fatti" sono tutte le cose che esistono
obiettivamente.
. La "verit�" consiste nei loro rapporti interni, ossia nelle leggi che le
regolano e "ricercare" significa studiare...
(Dal Libretto rosso- Cap. XXII, metodi di pensiero e di lavoro)
Nei giorni della fase conclusiva della rivolta delle banlieue, quadri del
PCm - Italia sono stati in Francia, hanno cercato di conoscere e di fare
inchiesta dal vivo, hanno incontrato i compagni di Drapeau Rouge ed altri
compagni e hanno proposto loro di tenere questo Rencontre. Hanno elaborato
un appello che contenesse una valutazione "a caldo" e indicasse i temi che
esso sollecitava e il ruolo che i maoisti dovevano avere.. Un appello
sommario, con un carattere di traccia, utile a stare in campo.
Hanno deciso anche come costruire l'appuntamento, a chi rivolgersi,
pianificando due tappe di questo lavoro.
Primo: il 13 febbraio, anniversario dell'inizio della guerra popolare in
Nepal, come occasione per dichiarare all'Europa e al mondo che il miglior
sostegno � quello di sviluppare la rivoluzione proletaria nel cuore dei
paesi imperialisti, lungo la via della guerra popolare adattata alle
condizioni concrete di questi paesi. Abbiamo lanciato l'appello e fatto
conoscere ampiamente, ai partiti e organizzazione del MRI, ma anche pi�
largamente ad altre forze facenti parte del movimento comunista
internazionale e a forze rivoluzionarie che guardavano agli avvenimenti di
Francia con entusiasmo e interesse.
Secondo: il 18 marzo, anniversario della Comune di Parigi, coincidente anche
con lo sviluppo di manifestazioni contro la guerra imperialista e l'invasione
dell'Iraq, nelle quali questo appello � stato diffuso. Riferirsi all'anniversario
della Comune di Parigi serve ad indicare la prospettiva strategica, lo
sbocco finale per la giovent� proletaria, che si ribellava in Francia e si
misura con la repressione dello Stato borghese, l'idea di un altro Stato in
cui il potere sia nelle mani dei proletari. Portare questo appello nel cuore
delle manifestazioni contro la guerra significava indicare l'altra faccia di
questa guerra, la guerra all'interno, l'affermarsi della militarizzazione e
reazionarizzazione degli Stati nella forma di Stato di polizia e del moderno
fascismo e indicare anche al movimento che lotta contro la guerra
imperialista che occorre rispondere "guerra alla guerra" per essere solidali
con il popolo irakeno e i suoi combattenti in armi, e guardare quindi alla
"guerra interna" come il vero terreno di scontro.
Questo lavoro che abbiamo proseguito nelle settimane successive � stato
confortato dall'arrivo del vento di ribellione dell'altro settore della
giovent� francese, il movimento degli studenti contro il CPE, che ha
rafforzato le ragioni e l'urgenza del Rencontre proposto.
Dalla rivolta delle banlieue alla rivoluzione proletaria
25 mila poliziotti schierati nelle banlieue la notte del 31 dicembre 05 a
difesa dell'ordine e della sicurezza contro la possibile ripresa della
rivolta, hanno offerto l'immagine eloquente di quello che la rivolta ha
costituito per la Francia e per i paesi imperialisti in generale. L'ostentata
dimostrazione di forza dello Stato francese � risultata paradossalmente una
smaccata dimostrazione di debolezza, la borghesia francese e il suo Stato
non erano in grado di garantire pi� un capodanno normale ai 500mila che
affollavano gli Champ Elisees se non al prezzo di uno Stato di
militarizzazione simile ad uno Stato di guerra.
In tutti i paesi imperialisti, anche quelli solo sfiorati dal contagio
francese in questa occasione - Belgio, Germania, Olanda, Danimarca, Spagna,
Grecia, Inghilterra, Svizzera, Svezia - la paura della borghesia � stata
tanta che le misure prese dai governi, dal punto di vista del dispiegamento
di forze dello Stato, sono state come se la rivolta ci fosse stata
effettivamente.
Anche la contabilit� delle macchine bruciate � suonata abbastanza grottesca:
prima si � detto che erano la testimonianza di semplice vandalismo e
teppismo che caratterizzerebbe la 'feccia' delle banlieue, senza coscienza
politica, senza obiettivi, in ultima analisi senza ragione, poi per� si �
dispiegata l'intera forza della polizia, se ne � valutata l'efficacia
militare, politica e si � valutato il grado di tenuta del sistema politico
istituzionale contando le macchine bruciate, dando ad esse una sorta di
vittoria postuma (i commenti del giorno dopo capodanno hanno, infatti
parlato di "pericolo scampato" contando il numero relativamente basso di
macchine bruciate, anche se erano 100 in pi� del precedente capodanno).
Parafrasando Marx si potrebbe dire che quando ogni fruscio e fermento
sociale, ogni manifestazione anomala, ogni singolo episodio viene percepito
dalla borghesia come un pericolo, allora effettivamente ogni singolo
episodio diventa un pericolo.
Alla paura della borghesia ha corrisposto l'orgoglio e la forza della
giovent� proletaria ribelle. Dichiarava Muhittin, il giovane sopravvissuto
alla tragica notte del 27 ottobre, dove hanno perso la vita, fulminati,
Bouna e Zyaed "Adesso i miei amici pensano che io sia un eroe, che sia
diventato un capo. Ma io sono solo un ragazzo", mentre parlava della 'notte
di S. Silvestro' in questi termini "Certo, conosco gente che si prepara a
far la festa ai poliziotti".
Come si pu� pensare che 25mila sbirri possono cancellare e soffocare tutto
questo ODIO? Negli infami tribunali della borghesia, quello di Bobigny in
particolare, si sono subito processati e condannati decine e decine di
giovani protagonisti della rivolta - sono stati migliaia i condannati degli
oltre 5mila arrestati e oltre il doppio incriminati e perseguitati.
La logica di questi tribunali � stata da "tribunali di guerra" in cui non si
sono neanche cercate 'prove certe', ma si sono assunti i rapporti di polizia
come 'prova'.
Ma anche qui lo Stato bench� ha fatto la faccia feroce si � trovato davanti
non certo la paura, non certo i pentimenti dei giovani. I processi sono
somigliati a tutti i processi che seguono le rivolte e le ribellioni di
massa, impregnati di terrore e di vendetta, con riti che vorrebbero essere
della legge ma che risultano essere una sorta di "esorcismo".
Dalla Comune di Parigi alla Francia di oggi queste pagine tendono sempre a
rinverdire la memoria storica, La borghesia vorrebbe la 'pace dei cimiteri'
per seppellire le istanze di ribellione e trasformazione sociale. Ma Parigi
non � adatta a questo, perfino il Cimitero di Pere Lachaise, con i suoi
morti della Comune, con le tante tombe di comunisti e di
combattenti/partigiani della liberazione, � memoria di rivoluzione che
alimenta la rivoluzione.
La verit� � che a Parigi e in Francia � comparso un nuovo spettro che
comincia ad aggirarsi in tutte le metropoli europee e a turbare i sonni e la
sicurezza dei borghesi: la giovent� proletaria. La nuova giovent�
proletaria, figlia di proletari, in quartieri proletari, si � ribellata. Non
era la prima volta, e la rabbia e l'odio erano e sono permanenti e latenti,
ma questa volta si � ribellata ovunque, in tutte le banlieue parigine e in
tutte le citt� francesi ove vi sono le medesime condizioni e perfino dove
non si � ribellata si � riconosciuta nella rivolta, e ha reso la ribellione
pi� forte ed incisiva, mettendo a nudo di fronte agli occhi di tutta la
Francia e di tutti i paesi imperialisti europei, la natura di classe di
essa. Ogni argomento usato per spiegare e a volte giustificare la rivolta da
governanti, politici, intellettuali, non ha fatto che illuminarne il suo
carattere globale; e pi� giornalisti impegnati, sociologi da strapazzo,
esponenti della 'sinistra di palazzo' si sono arrampicati scioccati sugli
specchi per darsi la "vera spiegazione" e pi� ogni spiegazione � servita a
dare una ragione in pi� e a far venir fuori pi� evidente che mai il
carattere generale della societ� di classe contro cui si � sviluppata la
rivolta che in ciascuna delle "vere spiegazioni" si voleva occultare.
La rivolta � della giovent� proletaria francese, dei suoi settori pi�
precari nei quartieri operai, di tradizione operaia, di composizione
operaia, in cui le fabbriche in alcuni casi sono fuse col quartiere. Ad
Aulnay Sous-Bois, cuore della rivolta, c'� la Citroen con 7 mila operai.
Insomma, pensando a questo quartiere, si potrebbe dire che non sono le
macchine bruciate il problema della borghesia, ma i proletari che le
costruiscono e i loro figli.
Giustamente si � parlato dei figli del proletariato. Se ne � parlato molto a
sproposito per segnalare che il proletariato adulto sarebbe contrario alla
rivolta, sarebbe dalla parte del sistema, integrato in esso, ma si �
trattato di una falsificazione e mistificazione. I giovani proletari hanno
espresso in forma radicale gli interessi della loro classe e si sono
ribellati allo stato di passivit� imposto dal dominio della classe
dominante, di tutte le sue articolazioni, di tutti i suoi alleati - l'aristocrazia
operaia rappresentata da partiti e sindacati, la piccola borghesia
intellettuale benestante o 'bottegaia' e proprietaria.
Si � cercato poi di presentare la ribellione dei giovani delle banlieue come
fenomeno particolare e non lo si vede legata al pi� generale ingresso della
nuova generazione nella scena politica mondiale all'interno dei paesi
imperialisti, come ha evidenziato pochi mesi dopo il movimento degli
studenti contro il CPE, ma come aveva gi� evidenziato il movimento contro la
globalizzazione imperialista, da Seattle a Genova. E' proprio la natura
dello scontro con i poliziotti a dar ragione e a rendere visibile che si
tratta delle stesse istanze approfondite e rese pi� radicali dal carattere
di classe di questa giovent�.
E' come se i poliziotti di Genova fossero in servizio permanente nelle
banlieue e qui la giovent� proletaria gli ha reso 'pan per focaccia', gli ha
reso difficile la vita, li ha posti in scacco, gli ha bruciato i
commissariati, li ha sconvolti, deviati, bruciando ora una macchina ora un
edificio scolastico, li ha messi in fuga, ha smantellato un andamento da
scontro tradizionale che li avrebbe visti massacrati.
Le stesse istanze antirazziste, anticolonialiste e antimperialiste - qui s�
che ha pesato la matrice "algerina" - che erano oggetto gi� di contesa nelle
banlieue, sono state raccolte dalla giovent� proletaria; solo che se queste
vivono nei discorsi alati di sacerdoti no-global, SOS racisme, ecc. vanno
bene, se invece queste diventano scontro violento nei quartieri ghetto delle
metropoli imperialiste sono tutti pronti a definirle immotivate, senza
ragione, inaccettabili. In questa maniera tutte le genie di riformisti si
mostrano come forme nobili delle espressioni volgari di Sarkozy.
I giovani delle banlieue nella rivolta hanno agitato le istanze di libert�,
trasformazione, socialit�, riappropriazione, rifiuto del modo ordinario di
vivere, vestire, pensare, che anima la giovent� di Francia, come la giovent�
dei paesi imperialisti, qualunque sia il colore della pelle, il paese d'origine.
La giovent� proletaria ha posto in forme radicali, ultimative, perfino
simbolicamente, l'attualit� della legge scientifica che senza distruzione
non c'� costruzione. Fa ancora pi� paura alla borghesia la ribellione
proletaria se � la giovent� a prendere il posto in prima fila perch� mostra
che non con un fuoco di paglia si deve misurare ma con una nuova possibile
ondata della lotta rivoluzionaria del proletariato.
Sempre la giovent� ha anticipato il pi� generale movimento rivoluzionario
del proletariato e delle masse.
La rivolta della giovent� proletaria nelle banlieue ha mostrato come tutti
gli aspetti, tutti i fermenti che animano il movimento giovanile possono
rivolgersi contro lo Stato.
La colonna sonora rap, l'organizzazione delle tifoserie, i fermenti di
costume, che nelle forme abitudinarie si presentano pur sempre ambigue tra
adeguamento alla societ� esistente e trasgressione da essa, quando si
fondono con le condizioni economiche e sociali, sciolgono la loro ambiguit�
e i giovani le rivoltano contro il sistema del capitale, le sue leggi, la
sua faccia concentrata dello Stato di polizia che vuole imporre questo
sistema e queste leggi come intoccabili.
La giovent� proletaria protagonista della rivolta � senz'altro fatta di
giovani immigrati e figli di immigrati e subisce sulla sua pelle questa
doppia oppressione di essere nello stesso tempo proletaria e immigrata, di
subire quindi la discriminazione, di essere considerata cittadino di serie
B, straniera in casa propria, straniera nei luoghi in cui � nata, di "razza
non bianca", emarginata ed emarginabile in qualsiasi momento della propria
esistenza.
Ma questo � il frutto del carattere imperialista del paese in cui vive, del
fatto di nascere, vivere o essere giunta nei paesi in cui � concentrata la
ricchezza di pochi basata sulla rapina dei molti. Le leggi del sistema
imperialista e dell'attuale divisione del mondo producono giganteschi flussi
di immigrati che sfuggono dalla miseria, dalla fame, dalle malattie, dalle
guerre, ecc., e producono, come sempre finch� imperialismo, la
trasformazione di questi immigrati e dei loro figli nati nei paesi
imperialisti in proletariato pi� sfruttato. Questo incide nella composizione
e nella coscienza del proletariato che porta nella sua lotta le istanze di
trasformazione delle due facce del pianeta del sistema imperialista attuale:
del paese d'origine oppresso dall'imperialismo e del paese imperialista.
Nella coscienza di questo nuovo proletariato si fondono, come ricchezze e
limiti, retaggi feudali dei paesi oppressi e rifiuto della putrefazione dei
paesi imperialisti. Questo � un carattere di moderna diversit� dei paesi
imperialisti, e questa diversit� pu� e deve trasformarsi in ricchezza perch�
concentra nella lotta del proletariato le aspirazioni trasformative delle
due facce del pianeta.
Il proletariato giovane immigrato e figlio di immigrati con la sua rivolta
"esclusiva" d� voce agli "esclusi", agli sfruttati di tutto il sistema
imperialista.
La giovent� proletaria � oggi composta essenzialmente di giovani
disoccupati, di senza- lavoro, di lavoratori precari, di figli di operai, di
lavoratori divenuti anch'essi disoccupati e precari. E' chiaro quindi che
non ha spesso gli stessi luoghi di aggregazione, la fabbrica, il posto di
lavoro, gli stessi strumenti sindacali e politici su cui cresce la lotta e
la coscienza di classe di operai e lavoratori. In Francia e in molte delle
metropoli imperialiste essa � multinazionale, multirazziale, riempita com'�
di giovani figli di immigrati o immigrati essi stessi, ed � concentrata in
quartieri ghetto, espulsa dal centro citt�, dai quartieri residenziali. La
rivolta ha concentrato tutti questi aspetti ed � anch'essa figlia della
concentrazione di tutti questi aspetti.
Questi aspetti certo non si presentano nelle stesse forme in tutti paesi
imperialisti - ad esempio in Italia dove la presenza nei quartieri dell'immigrazione
� ancora bassa e gli immigrati stessi sono appena o poco pi� che alla prima
generazione, e la seconda generazione � presente solo a 'macchia di leopardo'
- ma i fattori di differenza vengono utilizzati dagli analisti borghesi e
riformisti per isolare la rivolta della Francia, esorcizzarne il contagio e
per far leva sulle differenze rispetto alla condizione delle banlieue, per
considerarlo un evento episodico, "francese", irripetibile.
Ma questo tipo di rivolta non si � presentata solo in Francia ma anche in
altri paesi imperialisti, da Los Angeles a Brixton, ecc. Ma anche se fosse
vero tutto ci� che viene detto, con le lenti dialettiche dell'analisi di
classe, e non quelle meccaniche, scolastiche e metafisiche di tanti presunti
analisti o sedicenti marxisti, � possibile guardare non a ci� che vi � di
particolare ma a ci� che � generale nella rivolta della giovent� proletaria
francese.
E' o no la giovent� proletaria in tutti i paesi imperialisti, anche se non
concentrata in banlieue, nella sua grandissima maggioranza, precaria,
sottopagata, senza voce, ghettizzata? In Italia, non sono la gran parte
delle citt� del sud, grandi, piccole, medie, ad essere caratterizzate da un
simile tipo di giovent�? E chi l'ha detto poi che la mancanza di
concentrazione non possa diventare un fattore espansivo in ogni ambito delle
metropoli imperialiste delle ragioni e opportunit� di ribellione della
giovent� proletaria? Pur non essendo basata sul colore della pelle, sull'origine
e sulla lingua, si riproducono in forme assimilabili a quelle delle banlieue
francesi tutte le forme di discriminazione, emarginazione, rese acute dal
contrasto sociale, tra i ricchi, al cui centro sono i padroni che hanno i
loro quartieri, i loro ristoranti, i loro ambienti, i loro negozi, i loro
modi di vivere, e l'universo della giovent� proletaria con gigantesche masse
di irretiti ma esclusi.
Verso questa giovent� proletaria si vanno concentrando le forme di
repressione, controllo, persecuzione dei moderni Stati di polizia. E in
tutte le forme di aggregazione di questa giovent�, nei quartieri, sul
territorio, nella fabbrica diffusa del lavoro precario, si sviluppa un
universo a parte di legami, comunanza per gruppi, bande, comitive, in cui
cresce, insieme alla noia e all'esclusione, la rabbia e la ribellione.
Nello stesso tempo, cosa sono e cosa stanno diventando le fabbriche di
giovani operai, che certo hanno un lavoro, pi� soldi in tasca, che influenza
il loro modo di vivere e di pensare fuori dalla fabbrica, ma che dentro la
fabbrica vivono un senso di emarginazione, esclusione, repressione,
controllo, sfruttamento, negazione della vita, una schiavit� salariata, una
flessibilit� e precarizzazione che fa maturare l'inaccettabilit� di una vita
eterna da sfruttati? Albergano nella giovent� operaia gli stessi sentimenti
di rivolta. In fabbrica la faccia del poliziotto � quella del 'capo' che
asfissia, insulta, minaccia, controlla, perch� vuole costringere a fare
tutto sull'altare del plusvalore, del profitto.
Riformisti e opportunisti, falsi comunisti non vedono la comunanza del fuoco
sotto la cenere, perch� sono parte del sistema del nemico oppressore e
mangiano alla sua greppia, fossero anche travestiti da sindacalista o da
"gente di sinistra". Il filisteismo piccolo borghese e la sinistra di
palazzo o "normativa" sono contro la ribellione della giovent� proletaria e
sono dentro il sistema politico, culturale, ideologico della societ�
dominante.
I comunisti marxisti-leninisti-maoisti, i giovani che essi organizzano sono
e devono essere avanguardie coscienti e osservatori e agenti della faccia
nascosta ma vera dello scontro di classe nelle metropoli imperialiste; si
alimentano dello stesso odio, si fanno prima linea e attivi organizzatori,
imparano con l'arma del marxismo-leninismo-maoismo e costruendo l'organizzazione
proletaria d'avanguardia, la lingua del proletariato ribelle, sono con la
mente e il piano, quando ancora non riescono ad esserlo con il radicamento,
dentro la dinamica della rivolta che analizzano come guerra di classe, essi
guardano alla spontaneit� come embrione di coscienza, e con la linea di
massa - che non � n� pu� essere quella dello sviluppo di un movimento
pacifico di massa, di cui si fa un'apologia disarmante - concentrano il loro
lavoro nel trasformare le istanze delle masse da scontro con il potere
borghese a scontro per il potere, nel fuoco della lotta di classe.
I comunisti non mitizzano le rivolte delle banlieue, ma hanno chiaro che
ovunque vive, lavora la giovent� proletaria, il proletariato, oggi ci sono
le condizioni della ribellione e della sua trasformazione attraverso la
guerra rivoluzionaria di lunga durata in rivoluzione proletaria.
Per coloro che vogliono fare la rivoluzione nei paesi imperialisti, per i
comunisti che ne dovrebbero costituire il reparto d'avanguardia la rivolta �
ricca di insegnamenti e da questo bisogna partire.
Mao dice: "Essere attaccati dal nemico � un bene non un male. Dobbiamo
sostenere tutto ci� che il nemico combatte e combattere tutto ci� che il
nemico sostiene". Quindi, essere dalla parte della rivolta � stata una
discriminate fondamentale. Le forme con cui lo Stato e il sistema l'ha
combattuta sono pi� che sufficienti per scegliere da che parte stare. Ma
definire da che parte stare � condizione necessaria ma non sufficiente.
Mao sostiene: "Chiunque stia dalla parte del popolo rivoluzionario non solo
a parole ma anche con le azioni � un autentico rivoluzionario". Non tutto
nella rivolta della giovent� proletaria va considerato giusto e corretto,
non tutte le azioni militanti che si sono sviluppate negli scontri erano
quelle necessarie, ma questo � stato preso a pretesto non solo da borghesi e
riformisti, ma anche da gruppi di opportunisti e falsi rivoluzionari per
prendere le distanze dalla rivolta. Mao dice: "I difetti del popolo vanno
criticati, ma nel farlo bisogna essere sulle posizioni del popolo e la
nostra critica deve partire dal desiderio ardente di proteggere ed educare".
Opportunisti e falsi rivoluzionari non vogliono comprendere che le masse
attraverso l'esperienza apprendono e sono in grado di superare difetti e
limiti delle loro precedenti iniziative. Ma questo avviene con l'arma della
guerra non al posto della guerra. Mao dice: "La guerra rivoluzionaria � un
antitossico che non solo elimina il veleno del nemico ma libera anche noi da
ogni impurit�".
Ci� che la rivolta ha riproposto nel cuore dei paesi imperialisti � appunto
la necessit� e attualit� della violenza rivoluzionaria, la necessit� e
attualit� della guerra rivoluzionaria.
Come dice Mao: "la rivoluzione � un'insurrezione, un atto di violenza con
cui una classe ne rovescia un'altra".
Chi prende le distanze dalla rivolta, chi lo fa attraverso mille distinguo,
� a questa verit� che si afferma e al suo movimento reale che si oppone.
La guerra rivoluzionaria del proletariato nasce dalla considerazione di
fondo che la rivolta ha messo bene in luce che, come dice Mao, "Le loro
persecuzioni contro il popolo rivoluzionario non possono che spingere ad
estendere ed intensificare le rivoluzioni".
La giovent� ribelle ha messo chiaramente in campo le affermazioni maoiste
che "� giusto ribellarsi" e che "non dobbiamo per nessuna ragione farci
intimorire dall'aspetto terribile dei reazionari". N�, tantomeno, la
conclusione della rivolta pu� essere motivo di pessimismo. "Tutti i punti di
vista - dice ancora Mao - che sopravvalutano la forza del nemico e
sottovalutano la forza del popolo sono errati".
Per questo, la rivolta della giovent� proletaria pone sul tappeto migliori
condizioni per la questione della costruzione del partito per la
rivoluzione. E', infatti, la questione del partito l'anello chiave che il
nostro Rencontre pone nell'affermare "Dalla rivolta delle banlieue alla
rivoluzione proletaria".
Mao sostiene: "Se si vuol fare la rivoluzione ci deve essere un partito
rivoluzionario.
Perch� la rivolta ci pone il compito - sempre come dice Mao - di "dare a
questo movimento (rivoluzionario, socialista) una guida attiva, entusiastica
e sistematica".
La scelta della costruzione del partito in funzione della guerra
rivoluzionaria definisce il compito, ma anche la forma del partito
necessario oggi in Francia e nei paesi imperialisti. La scelta di integrarsi
nella rivolta, di legarsi alla giovent� proletaria che si � ribellata, �
basata sulla piena comprensione che "la guerra rivoluzionaria � la guerra
delle masse, � possibile condurla soltanto mobilitando le masse e facendo
affidamento su di esse", e che "un gruppo dirigente veramente unito e legato
alle masse pu� formarsi gradualmente solo nel processo delle lotte di massa
e non separatamente da esso".
I comunisti e le forze rivoluzionarie in Francia, a fronte della rivolta si
sono dimostrate manifestatamene inadeguate. Anche coloro che l'hanno
appoggiata e condivisa hanno agito come coloro che descrive Mao: "coloro che
in periodo rivoluzionario sanno solo seguire le vecchie abitudini sono
assolutamente incapaci di vedere questo entusiasmo (delle masse) sono dei
ciechi e tutto � nero davanti a loro. A volte arrivano a confondere il
giusto con l'errato, il nero col bianco. Di persone di questo tipo non ne
abbiamo forse incontrate abbastanza?... Basta che appaia qualcosa di nuovo
essi subito lo disapprovano o si affrettano ad avversarlo. Pi� tardi devono
ammettere la loro sconfitta e fanno una piccola autocritica. Ma in seguito
quando appare una cosa nuova, ripercorrono l'intero processo. Questo � il
loro tipico comportamento verso qualunque cosa nuova. Tali persone sono
sempre passive e non avanzano mai nel momento critico. Hanno sempre bisogno
di una violenta spinta prima di muovere un passo".
La rivolta della giovent� proletaria chiama i comunisti mlm a un nuovo
inizio, nell'applicazione del marxismo-leninismo-maoismo alla realt�
concreta, nell'integrazione con le masse proletarie, nell'avviare la guerra
rivoluzionaria. Mao insegna: "il nostro metodo principale � imparare a fare
la guerra, facendola", "una guerra rivoluzionaria � un'impresa di massa.
Spesso non si tratta di imparare prima e di agire poi, ma al contrario, di
agire e poi imparare, perch� agire � imparare", "Dobbiamo bandire dalle
nostre fila ogni ideologia fiacca e sterile".
La costruzione del partito e la trasformazione della rivolta in rivoluzione
richiede un'integrazione e uno spirito di dura lotta nelle fila della
giovent� proletaria. Occorre aiutare a fare un'analisi giusta e corretta
della rivolta, a partire dall'analisi corretta della natura del nemico.
Sempre Mao sostiene: "L'imperialismo e tutti i reazionari hanno una duplice
natura, sono al tempo stesso tigri vere e tigri di carta. Le tigri vere
divorano gli uomini, li divorano a milioni, a decine di milioni, ma alla
fine si sono trasformate in tigri di carta. Valutate nella loro essenza con
criterio lungimirante e da un punto di vista strategico, devono essere visti
per ci� che sono, tigri di carta. Su questo si basa il nostro pensiero
strategico. D'altra parte essi sono anche tigri vive, tigri di ferro, vere
tigri che possono divorare gli uomini. Su questo si basa il nostro pensiero
tattico", "Disprezzare i nostri nemici dal punto di vista strategico, ma dal
punto di vista tattico li dobbiamo considerare seriamente" .
Il bilancio proletario della rivolta deve legare dialetticamente due
elementi segnalati da Mao: "Lottare, fallire, lottare ancora, fallire
ancora, lottare ancora... fino alla vittoria.
Questa � la logica del popolo... questa � una legge marxista", "ogni guerra
giusta rivoluzionaria � dotata di una forza enorme, pu� trasformare molte
cose o aprire la strada alla loro trasformazione".
Occorre fare insieme alla giovent� proletaria un bilancio della rivolta che
tenga conto di questo insegnamento di Mao: "nei ranghi della rivoluzione �
necessario fare una chiara distinzione tra giusto ed errato, tra successi e
deficienze e inoltre stabilire quale dei due sia al primo posto, quale al
secondo. Nell'esaminare i problemi non dobbiamo mai dimenticare di tracciare
queste due linee di demarcazione, tra rivoluzione e controrivoluzione, tra
successi e deficienze. Per fare bene queste distinzioni sono necessari uno
studio e un'analisi accurata". Nella convinzione che - lo abbiamo affermato
in questo Rencontre - in Francia e nei paesi imperialisti per noi comunisti
� l'ora, come dice Mao di " affrontare il mondo e sfidare la tempesta, il
grande mondo e la violenta tempesta delle lotte di massa"
Replica
Quando diciamo "� giusto ribellarsi" non facciamo altro che compiere uno dei
nostri compiti e lo facciamo con entusiasmo. Noi pensiamo che il partito
comunista maoista si costruisca nel fuoco della lotta di classe, in stretto
legame con le masse. Il maoismo non � un simbolo, una parola d'ordine vuota,
ma una realt� incarnata.
Noi pensiamo che la rivolta delle banlieue dimostra che � possibile uno
sviluppo rivoluzionario nei paesi imperialisti.
Questo problema non � ancora chiaro tra i comunisti marxisti-leninisti e tra
i maoisti. Si pensa che diffondere le idee del comunismo sia costruire il
partito comunista; si pensa che basti fare lavoro sindacale di massa per
costruire il partito comunista; si pensa che mettersi alla coda dei
movimenti di massa e sventolare bandiere sia costruire il partito comunista;
si pensa che presentare alle elezioni 'Liste comuniste' sia costruire il
partito comunista.
Noi pensiamo che cos� non si costruir� mai un partito comunista e mai un'organizzazione
rivoluzionaria.
Pensano che dire 'avanti verso la guerra popolare, sosteniamo la guerra
popolare in Nepal, Per�, ecc., viva la guerra popolare' sia il centro del
problema e che il compito di sostenere la guerra popolare sia il cuore del
problema.
Tutti quelli che pensano cos� non possono costruire il partito comunista.
Il partito comunista � il reparto d'avanguardia della classe operaia, del
proletariato. Sono gli operai, i proletari che si fanno partito armandosi
del marxismo-leninismo, del maoismo, terza tappa della nostra teoria
rivoluzionaria e trasformano queste armi teoriche in armi pratiche.
Quando i giovani di Red Block vanno nelle banlieue vanno ad apprendere dalla
rivolta ma per dire anche che 'noi siamo la rivolta', noi siamo dei giovani
rivoluzionari che sono gi� organizzati per trasformare la rivolta in
rivoluzione. Perch� pensare di organizzare la rivoluzione nelle banlieue
senza un'organizzazione giovanile rivoluzionaria, guidata dai giovani
maoisti, non � possibile.
Perch� la nostra organizzazione giovanile, noi che siamo maoisti, si chiama
Red Block, e non, ad esempio, giovent� comunista marxista-leninista-maoista?
Perch� siamo eclettici? Per niente! Ma perch� noi, PCm, abbiamo alzato la
bandiera dell'organizzazione dei giovani dopo Genova 2001, quando la
polizia, l'esercito dell'imperialismo organizzato dal governo di moderno
fascismo di Berlusconi ha colpito, attaccato i giovani, ha ucciso Carlo
Giuliani; ma molti giovani hanno usato la violenza per rispondere a questa
violenza e sono stati tacciati di essere black block, o altro tipo di
casseurs. I maoisti del nostro paese hanno detto "s�, la risposta alla
violenza della polizia � giusta"; ma non sono sufficienti i black block,
sono necessari i Red Block, i giovani che combattono sotto la bandiera del
comunismo, ma che sono combattenti, che vogliano vendicare la morte di Carlo
Giuliani. Noi vogliamo che tutti i poliziotti e quelli che hanno mandato la
polizia contro i giovani paghino della stessa moneta, come devono pagare i
fascisti che hanno colpito giovani compagni a Milano e in altre occasioni.
Si tratta di giovani del 2001, di giovani storicamente considerati che non
possono diventare maoisti attraverso la semplice diffusione delle idee del
maoismo, ma giovani che scoprono il maoismo quando vedono, attraverso l'azione
e l'indicazione del PCm, che il maoismo � l'altra via, l'altra faccia della
possibilit� della ribellione. E l� che i maoisti alzano la bandiera della
guerra di classe.
Qualcuno dei compagni dice: ma la rivolta non � la guerra popolare. E chi lo
ha detto che la rivolta � la guerra popolare? Che cos'� la guerra popolare �
ben chiaro dai i testi del M-L-M; ma come si fa e quando comincia la guerra
popolare? Il partito un giorno alza la sua bandiera e dice oggi io comincio
la guerra popolare? O, invece, analizza le condizioni, analizza i settori
che sono quelli pi� importanti per farla, analizza le classi in una societ�
imperialista, e va a scoprire i punti deboli e i punti forti di classe; e l�
traccia il proprio cammino? Una via da tracciare e da percorrere, da
scoprire perch� in un paese imperialista la rivoluzione non � gi� avvenuta.
Un cammino non tracciato, che deve essere tracciato. Questa � la questione
posta della rivolta.
La rivolta � la guerra di classe; dentro la guerra di classe, il lavoro
nella guerra di classe, l'organizzazione della guerra di classe � la prima
tappa della guerra popolare. La prima fase, la difensiva strategica, che, �
chiaro, nasce come reazione ad un'azione della borghesia, ma in tutto il
mondo sempre la classe reagisce all'azione, ma bisogna capire quando questa
reazione � difensiva o offensiva. Mao dice: "nella guerra il ruolo
principale � sostenuto in molti casi dalla difesa e per il resto dall'attacco.
Tuttavia nella guerra presa nel suo insieme l'attacco ha un'importanza
primaria". E per voi, cari compagni, la rivolta delle banlieue � difensiva?
Allora che cos'� questo spettro che � apparso nei paesi imperialisti
europei? Perch� il governo Berlusconi il giorno dopo la rivolta delle
banlieue ha deciso ulteriori misure legislative repressive verso i quartieri
visti come potenziali banlieue? Eppure in Italia non c'era la rivolta. Essi
si sono spaventati e si sono organizzati perch� hanno visto ci� che molti
compagni non hanno visto, che non vogliono vedere, perch� non vogliono
portare avanti i propri compiti. Come dice Mao: ". I nostri compagni non
devono credere che tutto ci� che essi capiscono � capito dalle larghe masse,
ma soprattutto i nostri compagni non devono credere che tutto ci� che essi
ancora non capiscono non sia capito dalle larghe masse".
E questi compiti non possono limitarsi a dire: "Viva la rivolta! Viva la
rivolta!", "Adesso tocca a noi bruciare qualche macchina'. Ma bisogna
studiare, analizzare le situazioni concrete, apprendere le lezioni. Avete
letto i testi di Lenin sulla guerra partigiana? Bisogna leggerli! Il
problema non � esaltare la rivolta ma trovare il modo per organizzarla.
Ma organizzare la rivolta non significa soltanto organizzare l'azione, ma
bisogna "occuparsi del riso e del sale", come ha detto Mao, nelle fila delle
masse e della giovent� proletaria in particolare. Mao dice: "In guerra le
armi sono un fattore importante ma non decisivo. Gli uomini sono il fattore
decisivo, non le cose. Il rapporto di forza non � solo un rapporto di
potenza militare ma anche un rapporto di potenziale umano e morale".
Andare nelle banlieue per legarsi alle masse, dove si trova chi vive nelle
banlieue, organizzare le masse perch� la guerra popolare sia una guerra di
massa non un'episodica azione combattente di un gruppo. L'azione combattente
di un gruppo � la strutturazione dell'organizzazione della rivolta di massa,
della guerra di massa, che - come dice Mao: "deve sfruttare appieno il
nostro stile di combattimento".
E che partito comunista pensiamo di costruire se non � un partito comunista
combattente, legato alle masse? A chi ci rivolgiamo quando vogliamo
costruire questo partito? Il partito maoista, il partito comunista di nuovo
tipo � e deve diventare il partito delle nuove generazioni che con la loro
ribellione aprono questo cammino. I compagni che vogliono costruire questo
partito devono legarsi e legare a s� le nuove generazioni che hanno preso
posto nella lotta politica.
Anche sulla questione del movimento contro il CPE, i compagni si lamentano
che la CGT e l'UNEF utilizzano questo movimento per le prossime elezioni.
Ma, cari compagni, bisogna certamente dare un indirizzo classista e
rivoluzionario al movimento degli studenti, ma questa cosa non pu� avvenire
senza una trasformazione della composizione di classe di questo movimento.
La direzione classista rivoluzionaria comporta la partecipazione dei reparti
avanzati della classe, della giovent� proletaria, per una trasformazione all'interno
del movimento. Non si pu� combattere la Cgt senza costruire l'organizzazione
classista e combattiva di base dei proletari.
Il Partito Comunista maoista � i cobas in Italia, il PCm � Red Block, la
giovent� rivoluzionaria organizzata, il PCm � il Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario.
Senza questi fatti non � possibile costruire il partito comunista maoista.
Le condizioni delle masse nei paesi imperialisti sono a questo punto per la
responsabilit� dei revisionisti, ma non � solo questa la causa. I paesi
imperialisti sono anche pieni di falso maoisti, di compagni che si
definiscono "comunisti, rivoluzionari", ma che non hanno mai organizzato uno
sciopero nella loro vita, che non sanno dove si trova la Renault per dare un
volantino o che hanno conosciuto le banlieue solo attraverso le cartine che
sono apparse sulla stampa francese.
Noi combattiamo l'opportunismo, ma anche i sinistrismi, il rivoluzionarismo
piccolo borghese, i rivoluzionari virtuali che scrivono dei buoni testi su
internet ma che nessuno ha visto nemmeno una volta in una lotta. Allora,
guerra popolare non � una frase, n� una bandiera, � una ideologia e un
programma, una capacit� di trasformare la politica del partito in azione
delle masse. Naturalmente quando noi parliamo di guerra popolare, parliamo
di guerra popolare nei paesi imperialisti. I paesi imperialisti non sono il
Nepal, il Per�. Bisogna studiare, analizzare, approfondire i paesi
imperialisti nel loro insieme e i singoli paesi in cui i comunisti operano,
appropriarsi della storia del paese che ha prodotto la situazione attuale,
sia dal lato dell'imperialismo sia dal lato del proletariato.
Noi abbiamo due vantaggi. Noi non dobbiamo partire da zero. Primo, contiamo
sul patrimonio ideologico, politico e pratico delle guerre popolari in Per�,
in Nepal, ecc. , ma verso di queste occorre avere l'atteggiamento che dice
Mao: "nell'imparare dagli altri si possono assumere due atteggiamenti
diversi: l'uno dogmatico, consiste nel prendere ogni cosa convenga o no alle
nostre condizioni, quest'atteggiamento non � buono.
L'altro consiste nell'usare il cervello e imparare ci� che conviene alle
nostre condizioni, cio� assimilare ogni esperienza che possa esserci utile.
Questo � l'atteggiamento che dobbiamo assumere".
Secondo, noi siamo i figli del partito comunista pi� forte dei paesi
imperialisti che c'� stato negli anni che sono andati da Lenin ad oggi.
Siamo i figli di Antonio Gramsci che dalle prigioni del fascismo disse che
non � possibile rifare la stessa strada dell'Ottobre, non perch� egli non
voleva l'insurrezione, ma perch� ricercava la strada giusta analizzando la
realt� concreta dei paesi imperialisti europei.
Noi siamo i figli della Resistenza antifascista, grande esperienza ed
esempio di guerra di popolo in un paese imperialista. Prendiamo lezioni,
perch� � un'esperienza di tutto un popolo e non di uno scritto di un
intellettuale.
Siamo nel paese in cui � emersa e vissuta in anni prolungati l'esperienza
delle Brigate rosse, a cui negli anni '70 aderirono 4000 operai, mentre
nello stesso periodo, gruppi e partiti che si definivano ml, e in certi casi
mlm, non sono riusciti a conquistare che poche decine di operai - Questi
grandi sostenitori delle teorie sulla "lotta di massa", la "linea di massa",
non sono riusciti a conquistare settori significativi di avanguardie della
classe operaia, perch� non hanno compreso che l'avanguardia operaia voleva
un autentico partito della rivoluzione capace di condurre la forma pi�
elevata della lotta di classe. Oggi il problema � come si organizza un
simile partito e come inizia una lotta rivoluzionaria autentica. Ma tutto
questo non pu� essere programmato e stabilito sulla base di libri e a
tavolino. Come abbiamo gi� detto nella relazione introduttiva, il metodo
principale che dobbiamo assumere � "imparare a fare la guerra facendola.",
"spesso non si tratta di imparare prima e agire poi ma, al contrario, di
agire e poi imparare perch� agire � imparare".
Il proletariato scrive con il suo sangue la sua lotta, il suo cammino, le
sue tesi, il suo programma.
Le Br hanno perso perch�, come dice Mao, "...il nostro principio � che il
partito comanda il fucile e mai dobbiamo permettere che il fucile comanda il
partito", e perch� "una guerra rivoluzionaria � un'impresa di massa".
Ma dov'era il partito? Il partito non � un'altra cosa che il fucile. Il
partito deve guidare il fucile, bisogna leggere tutta la frase. E questo �
il cammino del PCm in Italia. Questa � la ragione per cui il PCm ha deciso
di organizzare - con i compagni di Drapeau Rouge - questo Rencontre, per
'mettere i piedi nel piatto', qui a Parigi dove il fuoco della lotta di
classe si � acceso.
Lo sappiamo bene che la rivolta francese riguarda tutti i paesi
imperialisti, cos� come il movimento contro il Cpe. Nel nostro paese c'� una
legge che � uguale, la Legge 30, che si chiama 'Legge Biagi'. A Roma come in
Francia si lotta contro la precariet�, contro l'attacco alle condizioni di
vita dei proletari, dei giovani. Questo � accaduto anche tra i giovani nelle
banlieue, perch� le banlieue non sono solo un luogo dello "spirito", ma un
luogo concreto, reale. Voi conoscete il sud d'Italia, compagni? Voi sapete
cosa significa il 60% di disoccupati? Una vita di giovani che si consuma
nella precariet�, una vita senza futuro, senza la possibilit� di fare
nemmeno un viaggio.
Noi questi viaggi li facciamo per dire e continuare a dire meglio di come lo
diciamo in questo momento: "Giovani, la via esiste!", "facciamo come nelle
banlieue di Francia!", "Ribelliamoci, rispondiamo allo Stato di polizia e al
moderno fascismo!". Sviluppiamo dalle banlieue del mondo, dalle banlieue
delle metropoli imperialiste l'accerchiamento delle cittadelle della
borghesia imperialista e della sua corte, attacchiamo la loro vita,
costruiamo la nostra guerra. La nostra guerra non � senza futuro e senza
obiettivi, e la nostra guerra non deve limitarsi a resistere al potere della
borghesia, la nostra guerra � per conquistare il nostro potere, perch� senza
potere tutto � illusione.
Dopo la rivolta delle banlieue noi queste cose le possiamo dire in maniera
pi� forte, con l'orgoglio, con la verit� che noi cerchiamo nei fatti. Mao
dice "cercate la verit� nei fatti". La verit� non � il fatto in s�, ma l'analisi
del fatto, sono i rapporti, le relazioni, il perch� questi fatti si sono
realizzati, come si influenzano l'un l'altro. E' in questo modo che noi
dobbiamo analizzare la rivolta. E se noi lo facciamo, allora questo
Rencontre sar� servito a qualcosa. Grazie, compagni.
Conclusioni
Per concludere, la realizzazione degli Atti di questo Rencontre sar� una
tappa importante del nostro lavoro e va visto come "lavoro sul terreno". La
realizzazione degli opuscoli con gli Atti sar� utilizzata in un lavoro
simile a quello che ha preparato il meeting, per permettere a tutti i
compagni e alle avanguardie di leggere con spirito militante ci� che vi � di
utile in questo lavoro.
Questo meeting � stata un'esperienza entusiasmante che ci d� forza e in
particolare gli ultimi interventi ci danno allegria, legata, per�, alla
preoccupazione di mantenere le promesse. La storia dei maoisti nei paesi
imperialisti � piena di promesse tradite. Quindi, un compito molto
impegnativo, ma la verit� e la validit� di questo lavoro bisogner� vederlo
sul terreno, nei passi in avanti che si dovranno fare nella pratica.
Pensiamo di concludere questi lavori del meeting, esprimendo un saluto e una
dichiarazione di sostegno alla guerra popolare in Nepal che si trova in una
fase cruciale, gli occhi dei comunisti guardano a Katmandu.
Ma noi diciamo che bisogna guardare a Katmandu come a Parigi, cos� abbiamo
intitolato il nostro messaggio del 1� Maggio e questo � quello che porteremo
domani alle manifestazioni del 1� Maggio.
Ma domani 1� Maggio prevediamo anche un'altra iniziativa. Saremo a Pere
Lachaise al muro della 'Comune di Parigi'. La Comune � memoria e prospettiva
anche di questa rivolta. Saremo, poi, anche alla tomba di Pier Overnay. Noi
che pensiamo di costruire il partito comunista maoista nelle fila della
classe operaia, non possiamo che onorare e valorizzare la figura di un
giovane operaio maoista militante della Gauche Proletarienne, caduto sotto
il fuoco di uno sbirro aziendale.
Vogliamo alzare la bandiera del diritto e della dignit� dei maoisti a
costruire il partito.
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Red Star - Nepal
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Unified Communist Party Of Nepal(Maoist)
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